Noemi Buonaiuti, classe ’91, campigiana doc. Ama il suo cane, il fidanzato, la buona cucina, i cocktail, le sue vecchie amiche e soprattutto la pallavolo. Una passione nata da bambina…
Ho iniziato la mia ‘carriera’ pallavolistica all’età di 8 anni, dopo un anno di ginnastica ritmica, dove invece di usare la palla, la facevo.
Dove hai iniziato Noemi?
Ho sempre giocato alla Bacci a Campi Bisenzio, dove ho lasciato il cuore e sicuramente dove mi sento a casa. Dopo vari passaggi di ruolo poco felici (fra cui il centrale, mamma mia saltavo una formica!), ho iniziato a fare il palleggiatore e ad essere portata con quelle più grandi! (sì, all’epoca anche io ero fra le più giovani, non come adesso che sono la più vecchia)”.
La tua prima volta?
A 17 anni
Com’è andata?
Il primo campionato in Prima Squadra non si scorda mai. In quella stagione abbiamo sfiorato il passaggio in Serie D (finale persa in gara tre contro il Viaccia). Il campionato dopo la marcia trionfale verso la D. La sorpresa è stata la promozione successiva, dovevamo salvarci e invece siamo stati promossi! Quella è stata una serata che non mi scorderò mai, e rimarrà sempre nel mio cuore. Come nel mio cuore rimarrà sempre l’annata serie C 2014-2015: siamo riuscite ad arrivare terze, superando il Pontemediceo all’ultima giornata e aggiudicandosi i play-off di B2”.
Lo sai di stare antipatica a molte avversarie?
Sono sempre stata un po’ antipatica alle mie avversarie, anche se non so proprio il motivo. Forse per le mie esultanze non troppo tranquille. Non a caso, il “mio soprannome” Ibra, calciatore direi abbastanza ‘maranzo’. Mi fu dato dalle mie compagne grandi il primo anno in Prima Divisione e mi è sempre rimasto anche se devo dire che con il passare del tempo sono migliorata… o almeno spero!”.
Perché la scelta Calenzano?
Ho deciso di venire a Calenzano e di lasciare la mia società quando a Campi hanno deciso di ripartite dalla Serie D. Avevo avuto altre opportunità ed essendo i miei ultimi anni, volevo togliermi delle soddisfazioni. Qui ho trovato un ottimo staff tecnico dove lavoriamo intensamente. Sono allenamenti divertenti e stimolanti con delle ottime compagne”.
Come sono andate le prime settimane?
Inizialmente per me è stato difficile aprirmi perché tendenzialmente, chi mi conosce bene, sa che all’inizio sono molto timida. Ma adesso mi sento più tranquilla, quindi spero di riuscire a trasmetterlo anche”.
Qual è stata la tua prima impressione?
Mi è subito piaciuta l’idea di formare un gruppo dove non ci fossero grandi individualità fuori categoria, ma puntare su un roster abbastanza omogeneo come potenzialità in modo da aver più soluzioni e una come me che viene da esperienze dove è sempre contato il gruppo: è stato ciò che più assomigliava a casa”.
Ma con l’altra palleggiatrice, Alessia Gagli, che rapporto hai?
Il mio rapporto con Alessia spero sia buono o meglio per me lo è. Trovo che sia una ragazza quadrata e si vede che é una guida solida della squadra. Poi in passato ho avuto molti problemi con una mia compagna di ruolo e non ho passato bei momenti, perciò mi sono sempre detta che non debba più riaccadere: fare il palleggiatore è un ruolo stupendo ma al tempo stesso “bastardo”, siamo solo in due e siamo i pilastri della squadra. Se si fanno guerre inutili si può distruggere ogni sforzo, perciò dobbiamo spalleggiarci sempre!”
Sei anche una buona allenatrice, almeno così dicono…
Ho iniziato ad allenare molto giovane, iniziando come secondo al mini per poi passare ad avere delle squadrette tutte mie. In tutti questi anni mi sono comunque sempre e solo vista come giocatrice: pensa che quando giocano le bambine, sudo più io che loro che certe volte mi ritrovo a saltare o muovermi con loro… sembro pazza.
Da un paio di anni a questa parte, però, sto avendo delle belle soddisfazioni. Sarà che ho una squadra davvero interessante o la vecchiaia che avanza, ma ultimamente mi vedo bene anche come allenatrice”.
Ambizioni per questa stagione?
La mia ambizione della stagione, ovviamente, è fare bene e magari togliersi qualche soddisfazione…non aggiungo altro per scaramanzia”.